domenica 14 novembre 2010

Alonso si arrende sul più bello

Alle porte del sogno. Fernando Alonso si è fermato sul più bello, dopo una rincorsa che aveva fatto sognare tutti gli appassionati della rossa, nella speranza di poter vincere di nuovo quel titolo piloti che manca dal 2007. Tutto per colpa di un pit-stop anticipato, tutto per colpa di Webber che per un problema alle ruote è dovuto rientrare ai box facendo vacillare la strategia Ferrari.

All’asturiano bastava un secondo posto, ma anche un quarto se Webber fosse stato dietro di lui e invece tra i due litiganti ha goduto il terzo protagonista, il tedesco Sebastian Vettel, il ragazzino che con 23 anni e quattro mesi si è convertito nel vincitore più giovane della storia di un mondiale di Formula uno, superando il record realizzato nel 2008 da Lewis Hamilton. Dopo Michael Schumacher la Germania ha trovato un nuovo idolo delle corse, incoronato come “grandioso” dal sette volte campione del mondo. Abu Dhabi ha segnato la vittoria della Red Bull sotto tutti gli aspetti, dato che dopo il titolo costruttori si è aggiudicata anche quello piloti, con una strategia rischiosa ma corretta che in fin dei conti ha ottenuto i risultati sperati.

L’impressione è che Alonso, che con la sua incredibile progressione e senza l’aiuto del suo compagno di scuderia Felipe Massa, che non è stato nemmeno in grado di creare il minimo problema a un Webber già in difficoltà (per la verità non è riuscito nemmeno a superare Jaime Alguersuari), abbia fatto molto di più di quello che si poteva aspettare da lui. Il nano, che in una sola stagione ha già fatto innamorare milioni di ferraristi convertendosi in uno dei migliori debuttanti della storia della rossa, ci riproverà il prossimo anno, sperando di avere a disposizione una macchina più veloce e competitiva, con un team più in palla e più decisivo, un team che dopo l’uscita di scena di Jean Todd sembra essere allo sbando.

La Ferrari ha subito un grande smacco da una Red Bull che in soli cinque anni è riuscita ad allinearsi con le migliori e addirittura a superarle. La Mercedes di Hamilton e dell’ormai ex campione Button è ancora superiore alla rossa, ma la classe del ferrarista ha fatto vivere un sogno, anche se non è riuscita a compiere il miracolo. E la vita è talmente assurda che il destino ha voluto che l’ostacolo più grande per il raggiungimento dell’obiettivo più importante fosse il passato di Alonso, a lottare e alla fine arrendersi alle due Renault di Kubica e Petrov, che insieme a Rosberg hanno creato un muro davanti all’asturiano, un muro che valeva 6 punti e il titolo di campione del 2010.

lunedì 8 novembre 2010

Un bacio e un addio

A volte un bacio non è solo un bacio, ma molto, molto di più. È un addio, un ricordo che rimane impresso a fuoco per sempre. Un bacio può essere eterno, perchè anche un amore lo è, anche se finisce. Valentino ha baciato la M1 il giorno della sua prima vittoria, nel giorno che sanciva l’inizio della sua nuova avventura dopo ever vinto tutto con la Honda, e solo con un bacio poteva salutare la sua cratura, la sua ‘bambina’. Bye bye Baby, il sogno adesso si chiama Ducati e quel posto speciale nel cuore del pilota di Tavullia lo prenderà la Desmosedici.

Il Dottore, che non è uno qualunque, lascia la Yamaha dopo aver conquistato in sette stagioni 4 mondiali e 46 vittorie, 46 come il suo numero in gara, ed essere salito sul podio per l’ennesima volta nel giorno dell’addio sul circuito della Comunidad Valenciana, per l’ultima volta con la sua ormai ex scuderia. Adesso toccarà a Lorenzo, che avrà nel box la presenza scomoda dell’americano Ben Spies, dimostrare di che pasta è fatto e organizzare lo sviluppo di una moto che sembra aver raggiunto il suo apice, irripetibile. Si, perchè con Valentino andrà via tutta l’equipe che ha regalato alla casa giapponese cinque vittorie in sette anni. Primo fra tutti Davide Brivio, oltre che i meccanici e i tecnici che da sempre seguono il 46 giallo in ogni suo spostamento.

Martedì e mercoledì Rossi proverà la Ducati e poi si opererà alla spalla infortunata per essere al meglio per la prossima stagione che si preannuncia fantastica, con Stoner, Pedrosa e Andrea Dovizioso come prime guide di una Honda che cerca disperatamente di recuperare posizioni, Lorenzo che inseguirà la conferma, forse frenato dall’emergente Spies e Valentino, di nuovo contro tutto e tutti, pronto per la sfida più importante, la più difficile, l’unica che però, forse, è in grado di far nascere un nuovo amore.